- Età Romana
Nei primi decenni del ‘900, Carlo Conti scoprì nel centro urbano di Borgosesia un’ampia necropoli, utilizzata dalla seconda età del Ferro ad almeno tutto il IV secolo d.C.
I recuperi occasionali, che si verificarono in diversi momenti, oggi non permettono una conoscenza sistematica e accurata del sito. Gli appunti e i testi redatti da Conti tuttavia rivelano l’esistenza di un abitato preromano e romano nei pressi dell’attuale centro storico di Borgosesia, indirettamente testimoniato dalla necropoli stessa. Altri dati suggeriscono inoltre lo sviluppo di un secondo insediamento, in epoca tardo imperiale, nella zona denominata Castellaccio e nell’area occupata dall’ex Ospedale.
Mentre per le sepolture protostoriche della necropoli i dati sono piuttosto esigui, disponiamo di maggiori informazioni sulla fase cimiteriale di età romana.
Le sepolture più antiche (I-II secolo d.C.) vennero realizzate secondo il rito dell’incinerazione. I resti furono deposti in cassette di laterizi o in anfore segate. Le tombe di questa fase restituirono i corredi più ricchi, oggi esposti in Museo: lucerne, oggetti in vetro e vasellame in terra sigillata, spesso di importazione.
Le tombe più recenti (III-IV sec. d.C.) erano prevalentemente in nuda terra, accompagnate da corredi composti da vasellame da cucina e da mensa in ceramica comune di produzione locale.
La lettura dei semplici testi consente di apprezzare l’adesione delle popolazioni locali al modello culturale romano (romanizzazione). In alcune epigrafi, infatti, il defunto porta ancora un nome celtico a cui viene aggiunta una desinenza “latinizzante”. Ricorre molto spesso la formula di saluto “Vale” (“Addio”) caratteristica delle epigrafi funerarie di età romana.