Il Museo comunale di Borgosesia è dedicato a Carlo Conti (1880-1974), scultore e Ispettore Onorario della Soprintendenza Archeologica del Piemonte (1923-1954).
Le sue ricerche sono state oggetto di pubblicazioni scientifiche che costituiscono ancora oggi le basi per la conoscenza dell’archeologia valsesiana; il suo coinvolgimento nel potenziamento dell’Acquedotto Banaccio ha reso possibile il reperimento di numerosi materiali provenienti dalla necropoli di Seso, l’antico nome di Borgosesia.
Al di fuori del territorio regionale, Conti si occupò della catalogazione e del rilievo di oltre 40.000 delle incisioni rupestri del Monte Bego, di cui effettuò i primi studi grazie alla realizzazione di calchi in gesso.
- 1931La passione per l’archeologia dell’intera area
Sebbene i primi moti d’interesse per la geologia e per la storia del Monte Fenera vadano ricercati nella seconda metà dell’Ottocento, grazie a personalità quali Pietro Calderini (1824-1906), Federico Tonetti (1845-1911) e l’abate Antonio Carestia (1825-1908), è proprio con Carlo Conti che nasce la passione per l’archeologia dell’intera area. Nel 1931, nella sua opera Valsesia Archeologica, Conti propone la realizzazione di un vero e proprio museo archeologico della valle, prefigurando l’istituzione che oggi porta il suo nome. Il Museo, nato proprio intorno alle collezioni Conti, conserva ed espone materiale paleontologico e archeologico proveniente anche dagli scavi da lui condotti a partire dagli anni ’30 del Novecento. Queste indagini furono successivamente approfondite da numerosi studiosi, tra cui si ricordano Federico Strobino (1915-2000) e Francesco Fedele.
- Gruppo Archeologico e Speleologico di Borgosesia1950
Dalla collaborazione tra amatori, mossi dalla grande passione per la speleologia e per l’archeologia, ed esperti nasce il G.A.S.B. (Gruppo Archeologico e Speleologico di Borgosesia), fondato all’inizio degli anni ’50 da Attilio Zanni. L’associazione lavorò a fianco dei ricercatori che negli anni Sessanta e Settanta misero in atto numerose spedizioni archeologiche nell’area. Sono questi gli anni in cui le grotte furono studiate con crescente sistematicità da Isetti, Fedele e il prof. Chiarelli, allora direttore dell’Istituto di Antropologia di Torino, grazie all’intercessione e alla guida di Federico Strobino.
- 2007Nasce il Museo Carlo Conti
Nel 2007, per volere della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, questi decenni di ricerca trovano riscontro nell’inaugurazione dell’attuale museo archeologico e paleontologico.
La tradizione degli studi e degli scavi continua oggi con le campagne condotte dall’Università degli Studi di Ferrara e dall’Università di Ginevra, indispensabili per una revisione dei materiali già musealizzati o ricoverati nei depositi e per conferire nuovo impulso alla ricerca scientifica.
La collezione archeologica testimonia la costante presenza umana nel territorio dal paleolitico medio fino al XIX secolo: strumenti litici e oggetti ceramici preistorici provengono in prevalenza dal Monte Fenera; corredi funerari dell’Età del Ferro e di epoca romana sono stati rinvenuti nell’antica Seso e indicano che l’insediamento si spostò in quest’epoca nell’area dell’odierna Borgosesia; resti di un insediamento in grotta, completo di attività artigianale, indicano che in epoca altomedievale l’uomo tornò almeno parzialmente alle cavità; materiali provenienti dal castello di Vanzone descrivono le attività umane dal Basso Medioevo al XIX secolo.