- Età Medievale
Il Museo Conti, noto soprattutto per le scoperte in ambito preistorico e paleontologico, conserva ed espone anche alcuni reperti relativi all’epoca medievale.
Siti nell’ultimo tratto del percorso museale, essi rilevano come le indagini relative a questo periodo storico siano, ad oggi, relative ad un numero limitato di siti. Effettuate senza l’applicazione di un metodo di indagine scrupoloso e scientifico, testimoniano soprattutto i rinvenimenti effettuati negli anni Dieci e Venti del Novecento presso il castello di Vanzone, frazione di Borgosesia.
Tra gli altri resti, le vetrine espongono grossi chiodi da costruzione, punte di freccia e di balestra, una staffa, una grossa chiave e il battente per una porta; tengono traccia anche degli elementi ceramici rinvenuti nel sito, databili tra il XIII e il XVI secolo.
La mancanza di documentazione e l’evoluzione delle strutture materiali non permettono una ricostruzione dello sviluppo della valla e dell’interno contesto fra l’XI e il XVI secolo.
Nel 1070 il centro di Seso è attestato fra le proprietà del gruppo signorile dei Conti di Biandrate e si configura come un importante punto di passaggio tra la Valsessera, la Valsesia e il Novarese.
L’importanza di questo territorio come luogo di scambio, di mercato e di snodo è attestata proprio dalle innumerevoli fortificazioni poste dai Conti di Biandrate nella zona ora compresa tra la frazione di Aranco e quella di Vanzone, a partire dalla fortificazione di Agnona, avvenuta nel 1140-41.
L’insediamento fortemente disomogeneo dell’intera Valsesia, si riflette anche sulla curtis di Seso, per la quale, nel 1217, sono censiti 218 capifamiglia – per un totale di 2000 abitanti – disseminati tra i centri di Vanzone, Robiallo e Agnona.
Nel 1247 la fondazione del borgo franco di Seso da parte del Comune di Vercelli permette di unificare in un unico corpo i diversi presidi e rientra nell’ottica di controllo dei confini, attuata anche nella vicina Gattinara da parte dell’istituzione eusebiana.
Altro aspetto interessante che ci si auspica di poter indagare nel prossimo futuro, è l’occupazione medievale delle grotte, aspetto finora sottovalutato in virtù dell’inclinazione e delle preferenze degli studiosi che si sono occupati delle cavità del Monte Fenera, a partire da Carlo Conti.