Pannello 1: IL MONTE FENERA
Ciao! Sono Helsa, un’orsa delle caverne.
Le grotte del Monte Fenera erano la mia casa, ma ho deciso di lasciarle per andare a vivere al Museo di Archeologia e Paleontologia C. Conti di Borgosesia!
Ci sei mai stato?
Osserva il mio abbigliamento e gli strumenti che tengo nelle mani: sono tutti indizi della mia professione. Sono infatti un’archeologa e, per scavare in modo accurato ho bisogno della trowel, questa particolare cazzuola fatta a forma di rombo.
Per avere dei riferimenti metrici sulla dimensione dei reperti che, lentamente, emergono dal terreno, ho bisogno di questo bastoncino a bande bianche e nere. Mi è davvero di aiuto negli scatti fotografici!
Sono tanti gli archeologi che hanno lavorato sul Monte Fenera. Per scoprire le ultime attività dello scavo della Grotta della Ciota Ciara, clicca sul link qui in basso! L’Università di Ferrara scava in questo sito dal 2008.
Se poi vuoi conoscere il nuovo progetto di musealizzazione delle principali cavità del Fenera, clicca invece sul link 2!
Tra il 2019 e il 2021, presso la Ciota Ciara, l’Università di Ferrrara ha ritrovato 6 denti e un frammento di cranio (osso occipitale), tutti riferibili all’uomo di Neanderthal. Sono queste delle scoperte eccezionali che, attualmente, sono ancora in fase di studio.
Al oggi è attivo anche un altro scavo sul Monte Fenera: quello della Grotta dell’Eremita. Se ne occupa l’Università di Ginevra che, ogni anno a partire dal 2013, indaga il sottosuolo della cavità per scoprire le tracce del Bronzo medio.
Pannello: FENERA SAN GIULIO
Osserva bene dove ci troviamo: Fenera San Giulio è solo una delle piccole borgate di Borgosesia, arroccate intoro al Monte Fenera.
Oltre alla capacità di individuare e conoscere le architetture, un buon archeologo deve anche sapere leggere i sentieri e la cartografia. Se sarai temerario, partendo proprio da qui, potrai salire il Sentiero delle Grotte che conduce alla Grotta del Ciotarun, il Riparo del Belvedere e la Grotta della Ciota Ciara. Proseguendo, passerai dal rifugio del G.A.S.B., il Gruppo Archeo-Speleologico di Borgosesia, nato negli anni Cinquanta per volere di Attilio Zanni e che tanto ha fatto per l’archeologia della zona e la salvaguardia delle grotte. Sai che il primo embrione del nostro museo è stato creato proprio dal G.A.S.B.? Leggi la storia del Conti!
Se vuoi invece conoscere il Sentiero delle grotte e arrivare fino alla croce del Monte Fenera, clicca qui:
Pannello: CAMMINARE NEL BOSCO
Per conoscere davvero un territorio, non è sufficiente indagarlo solo con scavi archeologici; anzi, va compreso in tutti i sui aspetti, compreso quello botanico.
Il Monte Fenera è un unicum sia dal punto geologico, sia dalla quantità e varietà di arbusti e piante autoctone.
I guardaparco e l’Ente di Gestione delle Aree Protette della Valle Sesia si occupano proprio di salvaguardare questo importante patrimonio.
Sai che… oltre al pungitopo, sul Fenera esiste anche una particolare specie di vite, autoctona, che già moltissimi anni fa permetteva la produzione di vino.
Oggi i versanti del monte che guardano verso la pianura novarese sono luogo privilegiato per la produzione del Boca D.O.C., un vino prodotto in quantità limitate e per questo molto prezioso.
Pannello: FENERA ANNUNZIATA
Come hai letto sul pannello davanti a te, i taragn sono delle strutture abitative costruite in legno di castagno con una copertura di segnale. Qui a Fenera Annunziata, accanto alla zona ristoro adiacente alla sede operativa del Parco del Monte Fenera, ne puoi osservare uno!
https://www.invalsesia.it/i-taragn/
Se invece vuoi uno spunto per una futura escursione, ti consigliamo di dirigerti verso Sorzano, nel vicino comune di Valduggia: lì troverai un esemplare di taragn il cui tetto è ancora oggi realizzato con la tecnica tradizionale.
http://www.storienaturali.com/i-taragn-di-sorzano/
Pannello: BIANCO DI CALCE
coming soon…..
Pannello: CAVARE LA PIETRA
Come abbiamo visto, il Monte Fenera è un unicum dal punto di vista geologico: è formato da rocce sedimentarie che ci fanno comprendere come si sia formato, lentamente, grazie alla sovrapposizione di sedimenti (cioè strati) diversi.
I fossili intrappolati nei calcari neri della cima sono per lo più ammoniti e fucoidi. Costituiscono un’importante testimonianza dell’originaria natura del monte: quella di un… fondale marino! La zona in cui ci troviamo era infatti parte del grande mare pleistocenico chiamato Tetide.
Interessante è inoltre la presenza di dolomia, una roccia che (per farla breve) viene corrosa dalle acque, formando cavità più o meno grandi, grazie al fenomeno del carsismo. E’ questo il processo di formazione delle grotte, improntanti sia dal punto di vista archeologico, sia per le indagini speleologiche condotte dai tanti gruppi che, negli anni, hanno percorso le vie sotterranee e mappato le cavità del Monte Fenera.
A Borgosesia è attivo il G.S.M.V., il Gruppo Speleologico Mineralogico Valsesiano: vorresti provare l’ebbrezza di calarti con caschetto, luce frontale e imbrago all’interno della montagna?
Non ti resta che cliccare qui e conoscere le attività del gruppo!
Una curiosità: esiste un Catasto piemontese e valdostano delle grotte, nel quale sono segnalate tutte le cavità sotterranee finora censite. Una sezione è dedicata proprio al Monte Fenera.
https://catastogrotte-piemonte.net/